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L'importanza dell'attività fisica nel Tennis
Il tennis moderno, si sa, è diventato uno sport dove il fattore fisico e la capacità atletica sono diventati preponderanti anche a livello più basso. La preparazione fisica, è diventata ormai fondamentale a prescindere dal livello e dall’età dell’atleta e parte integrante dell’allenamento del tennista utile sia per sviluppare le capacità motorie e sia per acquisire quelle competenze motorie che andranno a costituire il presupposto per la creazione della prestazione sportiva a lungo termine.
Una buona preparazione atletica aumenta notevolmente la possibilità di arrivare sulla palla quell'attimo prima che può fare la differenza tra un colpo vincente ed un errore non forzato, permettendo all’atleta di essere più lucido e reattivo quando, nelle fasi cruciali di un terzo set, si deve avere quel briciolo di fiato in più rispetto all’avversario per portare a casa il match...
Avere un fisico preparato e scattante è diventato molto importante per riuscire a ottenere il meglio di sè. Le attuali racchette, infatti, consentono a chiunque di giocare colpi potenti e veloci e per questo motivo l’organismo dev’essere allenato a sopportare i continui scatti necessari per raggiungere la pallina.
Alla luce di queste iniziali considerazioni occorre sottolineare tutti gli aspetti che rendono la preparazione fisica parte fondamentale dell’allenamento tennistico:
- Creare un’ampia base motoria adottando il principio della Multilateralità (Hucklekemkes J., 2012), principio della preparazione che indica un completo sviluppo delle funzioni di base e può, pertanto, consentire di eliminare le limitazioni del potenziale motorio che una specializzazione prematura può provocare, e il principio della Polivalenza cioè dalla necessità che l’attività fisica non costituisca principalmente un allenamento di specifici segmenti corporei ma che essa educhi utilizzando il movimento in senso ampio e distribuito (Vandoni M., Marin L., 2013)
- Creare i presupposti della prestazione sportiva a lungo termine attraverso lo sviluppo delle capacità motorie[1] quali quelle coordinative (generali e speciali), condizionali (forza,velocità e resistenza) e mobilità articolare;
- Prevenzione degli infortuni attraverso esercizi Propriocettivi e di Core Stability: ricercando un adeguato sviluppo muscolare e una buona elasticità muscolare, creando un’adeguata coordinazione inta-muscolare, inter-muscolare e multiplanare si esegurà un lavoro preventivo e funzionale il più vicino possibile a quello di gara (Scelsi G., 2012);
- Evitare il fenomeno del detraining che determina un decadimento della performance sportiva e comporta un declino della condizione fisiologica che si riscontra nel corso di periodi d’insufficienti stimoli allenanti. Il detraining si verifica in coloro che praticano sport outdoor (all’aperto) e non hanno la possibilità di compiere l’allenamento specifico per svariate sedute, a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Bisogna evitare assolutamente periodi di detraining superiori a 2 settimane poiché le modifiche metaboliche dopo questo periodo potrebbero diventare croniche e controindicate per la ripresa successiva dell’attività di allenamento (Sannicandro I., 2009).
- Costruire corrette abitudini all’esercizio fisico da mantenere nell’intero arco della vita attraverso la costituzione da parte del preparatore di un clima motivazionale[2] orientato sulla competenza[3] che incidendo positivamente sull’autostima, sulla self-efficacy (auto efficacia percepita: percezione della propria capacità di saper svolgere con successo un compito), e sull’enjoyment (gradimento) delle attività fisiche, porti gli alunni di oggi, adulti di domani a vivere le attività fisiche con soddisfazione e piacere, integrandole in modo costante nella propria vita.
Il preparatore fisico F.I.T.
Prof.ssa Carafa Maria Teresa
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[1] Le capacità motorie rappresentano i prerequisiti della prestazione. Nessuna capacità è allenabile nella stessa misura a tutte le età, esistono de i periodi più favorevoli al loro sviluppo definiti fasi sensibili. Le capacità motorie possono essere allenate con successo nell’arco della vita, ma non hanno la stessa plasticità cioè non possono essere svilupate allo stesso modo (Sannicandro I., 2009).
[2] Il clima motivazionale è invece determinato dagli atteggiamenti e dai comportamenti dell’insegnante, in relazione alle aspettative che vengono espresse, alle sollecitazioni, ai riconoscimenti, alle caratteristiche ed alle modalità di valutazione.
[3] Il clima motivazionale può essere orientato sulla competenza o sulla prestazione. In un clima orientato sulla competenza l’insegnante pone l’accento sui miglioramenti personali e sull’apprendimento di abilità, considerando gli errori come parte del processo di apprendimento, valorizzando l’impegno, riconoscendo e valutando i progressi individuali; gli alunni quindi pongono l’attenzione sullo sviluppo delle capacità personali e sull’apprendimento o il perfezionamento delle abilità. Come dimostrato dalle recenti ricerche di Bortoli et al. del 2009 promuovendo un clima motivazionale orientato sulla competenza migliorerebbero le risposte emotive adattive e si promuoverebbero nei propri allievi una serie di stati piacevoli, divertimento durante il processo di apprendimento, maggiore sforzo nel padroneggiare abilità e perseveranza di fronte alle difficoltà.
BIBLIOGRAFIA
- Bortoli L., Bertollo M., Robazza C., (2009), Dispositional goal orientations, motivational climate, and psychobiosocial states in youth sport, Personality and Individual Differences, 47 , 18–24;
- Hucklekemkes J., Ecco come organizzare il vostro allenamento in palestra, Atleticastudi 1-2/2012, pg. 80-85;
- Sannicandro I., Rischio di infortunio e preparazione atletica nel calcio: valutazione e strategie di prevenzione, Calzetti Mariucci, 2009;
- Scelsi G., La forza come prevenzione negli sport di squadra a livello giovanile, Scienza & Sport, 2012, pg. 72-77;
- Vandoni M., Marin L., Diamo peso alla salute. Programma di attività fisica per adolescenti obesi, Strenght & Conditioning, Anno II, n. 4, gen-apr 2013, pg 69-71.